La Maison di Don Bosco 2000 dedicata a Don Meli

Realizziamo il dispensario e l’oratorio di villaggio per aiutare i bambini dei villaggi senegalesi.

Fatu è una piccola bambina senegalese di un anno che abbiamo incontrato durante la nostra missione. Fatu è denutrita e pesa solo 5 kg. Le abbiamo offerto cure mediche e cibo. In Senegal tanti altri bambini come Fatu vivono in condizioni di estrema povertà, patendo la fame e la sete.

Per loro vogliamo realizzare LA MAISON DI DON BOSCO 2000, con l’oratorio di villaggio e il dispensario per garantire una vita dignitosa ai bambini dei villaggi di Tambacounda.

Aiutaci a rendere tutto questo possibile.

Nel corso degli ultimi 4 anni tutte le nostre missioni sono state rivolte al sostegno alle popolazioni dei villaggi nella savana senegalese. Abbiamo realizzato progetti di diversa natura per creare le condizioni di autosufficienza e dignità di vita in questi villaggi: dagli orti sostenibili al pollaio, dalla fornitura di kit scuola al sostegno sanitario, soprattutto dei bambini.

In questi villaggi si vive in condizioni di estrema povertà. Ed è qui che vogliamo realizzare la “Maison di Don Bosco 2000”, una “casa” con il dispensario medico, l’oratorio e la scuola per la formazione.

Il dispensario medico sarà adibito ad assistenza e monitoraggio delle cure rivolte soprattutto ai bambini, per garantire la continuità delle cure ed alleviare le sofferenze dei piccoli dei villaggi.

L’oratorio nella savana rappresenta il fulcro delle attività della nostra organizzazione salesiana e garantirà l’attenzione ai bisogni dei bambini e il sostegno alla loro crescita.

La scuola di formazione servirà a continuare il lavoro di sensibilizzazione delle famiglie e degli operatori nei villaggi per creare opportunità di crescita e di sviluppo.

Queste iniziative si svolgono in parallelo con i progetti già in corso degli orti e dei pollaio, già in corso in diversi villaggi e che stanno creano lavoro dignitoso e soprattutto riducono le gravi carenze alimentari e la denutrizione, causa di gravissime malattie che portano anche alla morte dei bambini. Gli orti e il pollaio oltre a creare opportunità di sviluppo agricolo per la produzione di prodotti da destinare all’autosufficienza alimentare, riescono anche a produrre alimenti destinati alla vendita per reinvestire poi il ricavato in nuove produzioni.

Nei villaggi della regione di Tambacounda, la popolazione vive al di sotto della soglia di sussistenza e c’è urgentemente bisogno di cibo e acqua. Purtroppo molti uomini sono costretti ad emigrare per trovare un lavoro e spesso le donne e i bambini vivono in condizioni drammatiche. I villaggi sono spesso privi di qualsiasi servizio di base: non ci sono le strade, non c’è la corrente elettrica, non c’è la scuola, non ci sono negozi. Ci sono solo capanne raggruppate in cortili e fatte di sabbia con tetto in canna di palma e senza porte.

La Regione di Tambacounda si trova nell’entroterra senegalese ed è caratterizzata per l’estrema povertà e gli altissimi tassi di disoccupazione giovanile e di analfabetismo che supera il 70%. Da Tambacounda, in cui l’età media è molto bassa, partono moltissimi giovani per approdare in Europa alla ricerca di prospettive di vita migliori.

In Senegal l’età media della popolazione è pari a 22 anni nelle aree interne e il 70% della popolazione non è scolarizzata, se non per qualche sporadica occasione di istruzione/educazione informale. Benché il governo senegalese normi l’obbligo scolastico fino all’istruzione secondaria, il tasso di abbandono scolastico è molto alto, spesso legato ai costi insostenibili per le famiglie povere o a concrete difficoltà logistiche. In aggiunta, analisi culturali secondarie, come ad esempio l’osservazione diretta, consentono di rilevare un forte deficit culturale che connota la disaffezione scolastica.

In Senegal il 60% della popolazione attiva vive in ambiente rurale e deve, in gran parte, il proprio reddito alle attività del settore primario: agricoltura, allevamento, pesca, prodotti della foresta. E’ una popolazione colpita da fenomeni di forte povertà: si tratta principalmente di donne, giovani e piccoli agricoltori che sopravvivono grazie a un’agricoltura familiare di sussistenza su appezzamenti di dimensioni ridotte. La situazione delle famiglie contadine è resa ancora più vulnerabile dal fatto che l’isolamento di molte zone rurali rende difficoltoso anche l’accesso ai servizi di base. In questi contesti il livello di sicurezza alimentare continua a essere insoddisfacente.

Mentre è alto il livello di abbandono scolastico, i bambini vengono impiegati nelle attività prevalentemente più diffuse: agricoltura e allevamento e questo, spesso, rappresenta il maggiore motivo di dispersione scolastica.

La maggior parte dei lavoratori sono dediti all’agricoltura, sebbene si coltivi soltanto durante i 4 mesi della stagione delle piogge e ciò provoca una grande insufficienza alimentare, causa spesso di severe patologie fino alla morte prematura.

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